Economia della pace by Raul Caruso

autore:Raul, Caruso [Caruso, Raul]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815332028
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00

2. Le sanzioni economiche internazionali

Le sanzioni economiche internazionali sono uno strumento di politica estera alternativo alla guerra che viene utilizzato per costringere regimi ostili a piegarsi alle direttive di uno o più stati. Semplicemente, le sanzioni economiche interrompono relazioni economiche esistenti, ovvero impediscono il formarsi di nuove. Ai fini di ogni valutazione sulle conseguenze politiche delle sanzioni economiche, è però indispensabile una chiarificazione dei vari tipi di intervento. Innanzitutto, è infatti indispensabile sottolineare il fatto che in letteratura è comunemente accettata la distinzione tra sanzioni negative e sanzioni positive presentata da Baldwin [1973]. Le sanzioni positive sono costituite da misure di politica commerciale che favoriscono lo scambio tra due o più paesi. Più in generale, le sanzioni positive consistono nell’assegnazione (o nella promessa di assegnazione) di benefici economici da parte dello stato sender con l’obiettivo di influenzare il comportamento e la strategia di uno stato target. Anche in questo caso, è possibile distinguere fra due tipi di sanzioni, con riferimento all’obiettivo e al diverso orizzonte temporale che si propongono: la prima forma di incentivo (linkage positivo specifico) si traduce nella promessa di «una concessione economica ben specificata nel tentativo di alterare una specifica politica estera o interna del paese bersaglio»; la seconda forma (linkage positivo o «impegno a lungo termine») «comporta uno sforzo di impiegare un flusso continuo di benefici economici per modificare l’equilibrio degli interessi politici nel paese bersaglio» così come sottolineato in Mastanduno [2003].

Al contrario, le sanzioni negative non sono altro che misure punitive di natura economica che uno stato, definito sender, pone in essere al fine di provocare un danno economico a uno stato target. Le sanzioni negative si distinguono in unilaterali e multilaterali. Nel primo caso esse sono imposte da un unico paese ai danni di un altro, mentre nel secondo caso esse sono imposte dalla comunità internazionale (o da un gruppo di stati). In merito al primo caso, nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, gli USA sono stati il paese che è ricorso maggiormente a sanzioni unilaterali. Le sanzioni multilaterali sono spesso decise più in seno all’ONU e «possono comprendere un’interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, telegrafiche, radio e altre, e la rottura delle relazioni diplomatiche» (art. 41 della Carta delle Nazioni Unite).

Le sanzioni possono essere, quindi, parziali o globali. Nel primo caso esse riguardano lo scambio di beni particolari (in molti casi riguardano armi o tecnologia militare in senso lato). Nel secondo riguardano la quasi totalità degli scambi commerciali, unitamente a quelli finanziari. Gli esempi più famosi di sanzioni totali sono costituiti da Cuba (1960-in corso), Iraq (1990-2003) e Jugoslavia (1992-2000) nei confronti dei quali il blocco delle relazioni economiche è stato pressoché totale.

Se poi consideriamo le modalità delle restrizioni è possibile classificare tre tipi di sanzioni negative: (i) il boicottaggio; (ii) l’embargo e (iii) le sanzioni finanziarie. Il boicottaggio consiste nella riduzione, da parte del paese sender, delle importazioni provenienti dal paese-bersaglio, con l’obiettivo di provocare una diminuzione dei guadagni provenienti dal mercato estero, o quantomeno l’indebolimento di alcuni settori specifici della sua economia[7].

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